regia Simon Waldvogel
supervisione artistica Carmelo Rifici
testo Simon Waldvogel, Thomas Couppey
con Thomas Couppey, Aurelio Di Virgilio, Camilla Parini, Anahì Traversi, Carla Valente, Simon Waldvogel
assistente alla regia Federica Carra
supervisione artistica Carmelo Rifici
luci Matteo Crespi
scene Giulia Breno
dramaturg Yves Regenass
video Pietro Zara
produzione Collettivo Treppenwitz
Spettacolo in italiano, tedesco, francese e inglese con sopratitoli in italiano
Una scritta al neon illumina un gate aeroportuale. In questo luogo una hostess si aggira nella sua routine fatta di annunci e di dimostrazione delle misure di sicurezza. Qui accoglie i viaggiatori che, nell’attesa del volo, si incontrano, si scontrano e si confrontano con l’amore e le loro convinzioni.
Il gate è un luogo dove i corpi urlano tutto il loro bisogno d’amore.
In questa terra di nessuno dove le vite si sospendono, i performer intraprendono un percorso in cui ognuno di loro rievoca la propria esperienza: cosa vuol dire oggi avere trent’anni e interrogarsi sull’amore? Come si può parlare d’amore? Quali e quante forme d’amore sono possibili oggi? Che ruolo ha l’amore nella nostra vita?
A rispondere a queste domande ci provano anche i trentenni video-intervistati che danno voce a una generazione frammentata, a metà tra il modello d’amore ricevuto dalle generazioni precedenti e un’alternativa ancora non definita. Nelle relazione di oggi dove tutto sembra ruotare attorno al concetto di libertà, l’individuo si trova ugualmente in una condizione di vulnerabilità.