Festival 20 30, dalle sue origini, lavora fianco a fianco con il gruppo Avanguardie2030, un collettivo di spettatori che ha deciso di intraprendere un’attività di direzione artistica partecipata entrando a far parte delle scelte alla base del festival stesso. Esperienze simili sono sorte in altri festival come Dominio Pubblico (Roma), Trasparenze (gruppo Konsulta di Modena) e Direction Under 30 (Teatro Sociale di Gualtieri). Insieme a loro da tempo cerchiamo di costruire una rete di relazioni e riflessioni sul senso del nostro operare all’interno del panorama teatrale Italiano.
Dopo un primo ciclo di incontri in cui al centro del discorso vi è stata la condivisione delle pratiche di relazione con il pubblico messe in campo dai vari festival, arrivati a questo punto del nostro comune percorso, riteniamo ora fondamentale entrare nel merito di un elemento che, pur centrale, è rimasto ai margini delle conversazioni condotte: gli spettacoli, ovvero quale teatro si sia fatto e si debba fare. Il tentativo che vogliamo mettere in campo è soffermarci su alcune riflessioni che sono alla base o forse a monte di ciò che stiamo facendo, ponendo al centro dell’incontro i due principali abitanti delle comunità che si creano attorno ai nostri festival: spettatori e artisti. Vorremmo innescare un dialogo attraverso un caos fertile di interventi, spunti, riflessioni, provocazioni per tentare di rispondere a una domanda che ci sembra necessario non lasciare inevasa oggi: di che teatro abbiamo bisogno? A differenza di altri periodi ci pare però giunto il momento di sollecitare una discussione che si prenda la responsabilità di formulare ipotesi di risposta. Ci pare questo sia il tempo giusto per prendere posizione, per essere assertivi, correndo forse il rischio di una messa a fuoco non sempre nitida ma tentando di percorrere una strada non più rimandabile, se vogliamo disegnare nuove mappe per un terreno collettivo.
Abbiamo perciò deciso di pubblicare questo documento in forma di invito per mettere meglio a fuoco alcuni spunti da cui vorremmo prendesse le mosse l’incontro. Chiediamo a ognuno dei partecipanti di riflettere individualmente o collettivamente, soffermandosi su uno o più dei seguenti punti.
Cinque punti programmatici
COSA Il teatro dovrebbe occuparsi di attualità? Scandagliare i fatti di cronaca di una comunità, di una città? Oppure discutere di relazioni, passioni, famiglia? Rispecchiare, fotografare o contestare lo spirito del tempo? Di cosa dovrebbe occuparsi?
COME Dalla maggior parte dei nostri concittadini il teatro è pensato come un’arte tradizionalistica di stampo rappresentativo-registico. Sospettiamo che una grossa partita sulla pregnanza del teatro si giochi nell’urgenza di rifondare una lingua del teatro capace di parlare al presente. Come dovrebbe essere?
DOVE Teatri Nazionali, Centri legati al contemporaneo, residenze, piazze, circoli, strade, spiagge, case private... dove va fatto, oggi, il teatro?
PER CHI Il teatro oggi si rivolge a una nicchia. Minoranze o élite, a seconda dei casi. A chi vogliamo parlare, oggi? Possiamo immaginare strade concrete, da realizzare subito, per arrivare agli spettatori che vorremmo e che ora non ci sono?
PERCHE’ Perché il teatro? Perché, nel proliferare e contaminarsi delle forme artistiche, ci interessa proprio lo specifico del teatro? Cosa ci spinge verso il teatro, esattamente verso il teatro (e non altre discipline)?
L’incontro avrà, nella seconda parte, una forma di plenaria aperta. Chiunque è invitato a partecipare e a contribuire alla discussione, sia esso artista, spettatore, operatore, o facente parte di una categoria non meglio definibile. Preghiamo chiunque fosse interessato a partecipare di segnalare la propria presenza inviando una mail a festival2030@gmail.com. La direzione del festival si riserva la possibilità di effettuare rimborsi per i viaggi di eventuali ospiti provenienti da fuori Bologna.
Ore 19.30 Aperitivo + KPLR452 Dj set
Durante l’aperitivo verranno proclamati i 7 finalisti del bando Radar, il dispositivo di progettazione creativa promosso da Emilia Romagna Teatro.